«A seguito della manifestazione di protesta a difesa del nostro Ospedale, tenutasi nella giornata di ieri a Roma presso la Regione Lazio – dichiara il Sindaco di Fondi Salvatore De Meo – desidero innanzitutto ringraziare i circa mille cittadini del comprensorio che in autobus, in treno o con mezzi privati hanno voluto sospendere le proprie attività per dedicarsi ad una causa nobile qual è la rivendicazione del diritto alla salute, manifestando pacificamente con i Sindaci, con il Senatore Claudio Fazzone e i Consiglieri regionali Antonello Aurigemma, Mario Abruzzese, Fabio De Lillo e Giuseppe Simeone. Nel mentre sono soddisfatto della presa di coscienza dei cittadini di Fondi, Lenola, Monte San Biagio, Sperlonga e Campodimele, non posso dire altrettanto in merito all’atteggiamento che il Presidente della Regione Lazio nonché Commissario straordinario per la Sanità regionale Nicola Zingaretti sta continuando ad assumere nei confronti dei Sindaci del nostro comprensorio. E’ ormai evidente la strategia politica da parte di Zingaretti di non voler condividere un percorso di dialogo e riflessione con chi è stato delegato democraticamente a rappresentare questo territorio. Non è ammissibile che siano i cittadini a dover sostenere una richiesta d’incontro da parte dei propri Sindaci. Il Presidente Zingaretti dovrebbe ricordare di essere il Presidente di tutti i cittadini della Regione Lazio e pertanto anche di quelli dei nostri Comuni. E’ assolutamente infondata l’accusa, che ci viene mossa dal centrosinistra, di aver strumentalizzato la questione dell’Ospedale. Noi Sindaci abbiamo inoltrato ben 15 richieste d’incontro nel corso di due anni, l’ultima delle quali datata 2 Aprile 2015, con richiesta di discutere dei problemi del “San Giovanni di Dio” di Fondi e ben prima della definizione dei contenuti e della successiva approvazione dell’Atto aziendale. Zingaretti non ha mai risposto ad alcuna di quelle lettere e aver fissato un incontro per la giornata di domani solo a seguito dell’approvazione dell’Atto aziendale e della manifestazione dei cittadini di questo comprensorio è un atto di scorrettezza istituzionale. Noi avremmo voluto ben prima dell’incontro di domani formulare delle proposte, sia pure nella consapevolezza delle difficoltà della Sanità regionale, che nascono da lontano e che non sono state di certo generate da Zingaretti. Ma oggi è Zingaretti il Presidente della Regione Lazio ed è tenuto a dare delle risposte: non può sottrarsi al confronto e deve dare conto di alcune richieste di chiarimento da parte dei Sindaci. Mi meraviglia l’atteggiamento del Partito Democratico di Fondi, il suo silenzio rispetto ad una decisione presa e resa nota nel corso di un recente incontro con tutti i Capigruppo del Comune di Fondi al quale hanno partecipato il Direttore Generale della ASL di Latina Michele Caporossi e il Direttore sanitario Alfredo Cordoni, i quali hanno chiarito quale sarà il futuro del nostro Ospedale: privo di un vero Pronto Soccorso, ma di fatto con un semplice Punto di primo intervento; privo della Chirurgia d’emergenza, ma con solo il Day Surgery per interventi di lieve entità e programmati; e con il reparto di Ostetricia-Ginecologia che senza i relativi servizi andrà progressivamente a depotenziarsi. Ai cittadini del comprensorio si sta facendo credere che presso il nostro nosocomio rimarrà il punto nascita, quando invece Fondi è stata esclusa dalla rete dell’emergenza. Nell’incontro che ci è stato concesso per domani intendo formulare a Zingaretti una richiesta di attenzione nei confronti di tutta la Sanità pontina, perché questo modello che ci hanno imposto non è funzionale e non dà risposte adeguate ai nostri territori. Nello stesso Atto aziendale è previsto che tra il 15 Settembre e il 15 Novembre prossimi possono essere raccolti suggerimenti per migliorare il documento con decorrenza 2016: noi Sindaci chiederemo un impegno a rivedere questo modello, abbiamo delle idee che possono essere prese in considerazione per una rivisitazione dell’Atto aziendale. Zingaretti deve avere il coraggio di dirci la verità, anche se fosse scomoda per le nostre comunità. Secondo noi si stanno creando le condizioni per giungere allo smantellamento del nostro Ospedale, con le specificità che tutti conosciamo e che lo hanno contraddistinto, per farne uno di tipo diverso. D’altronde nel Piano strategico è prevista l’apertura a Fondi della Casa della Salute, e viene naturale fare un’associazione in tal senso. Infine ci tengo a precisare nei confronti di chi sostiene che il famigerato decreto commissariale n°80 del 2010 a firma di Renata Polverini avrebbe rappresentato l’anticamera della chiusura del “San Giovanni di Dio” che tale documento classificava invece il nostro nosocomio quale “Ospedale per acuti con Pronto Soccorso Generale e Ostetrico-Ginecologico”».