RICORDO sempre quando a casa dai miei si guardava la TV tutti insieme. Stessa cosa anche nelle altre famiglie. Tutti riuniti davanti alla TV. Il divano era il posto dove noi marmocchi avevamo il nostro posto d’onore. Papร e Mamma avevano le loro poltronissime in prima fila, poste ai lati. Cosรฌ potevano controllarci senza perdere nemmeno un fotogramma del film o della commedia che stavano trasmettendo. Giร perchรฉ in quegli anni (passati da un bel po’ oramai) la Radio Televisione Italiana mandava in onda, oltre ai film (che di solito erano per tutta la famiglia, altrimenti mio padre ci vietava lui la visone: era praticamente la nostra censura!) anche le commedie teatrali e le operette (perchรฉ in quel periodo non tutti si potevano permettere una poltrona al teatro, cosicchรฉ fecero avvicinare il teatro al grande pubblico). Tutti e sei rimanevamo incollati a guardare la TV (in bianco e nero, il colore fece la sua comparsa molto piรน tardi) io e mio fratello piรน grandi eravamo i telecomando di casa per il primo e secondo canale (per fortuna erano solo due) e mio padre aveva le mansioni tecniche per far riaccendere lo schermo quando faceva le bizze (di solito con un bel cazzotto assestato al centro della TV risolveva tutto). Ricordo sorridendo quando mio fratello piรน piccolo pochi istanti prima che il programma terminasse correva in bagno a prendere le spazzole per capelli che nascondeva tra le lenzuola del mio e del letto di mia sorella (specie se prima ci aveva viste commuovere davanti alla TV) e noi ignare di tutto quando ci mettevamo a dormire tra le lenzuola urlavamo “A Ste’ sei sempre il solito!”. E seguiva la risata ironica e soddisfatta di mio fratello molto simile a quella del personaggio di Muttly il cane di Dick Dastardly del cartone animato Wacky Races, molto in voga in quegli anni.
Maria Antonietta Romaldetti