Con delibera n.2 del 3 Gennaio 2022 la Asl di Latina stipula l’ennesimo protocollo organizzativo tra la stessa Asl e la Casa del Sole (struttura sanitaria privata di Formia). Questo protocollo prevede che dal 3 gennaio 2022 al 31 marzo 2022 “in relazione all’andamento della situazione pandemica” si svolgeranno alcune attività chirurgiche no Covid-19: alcuni interventi operatori che dovrebbero essere eseguiti presso l’ospedale di Formia, saranno “dirottati” alla clinica privata.
𝐔𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐭𝐨𝐜𝐨𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐢𝐦𝐢𝐥𝐞 𝐞𝐫𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐠𝐢𝐚’ 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟎 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐟𝐮𝐫𝐨𝐧𝐨 “𝐚𝐟𝐟𝐢𝐭𝐭𝐚𝐭𝐢”, 𝐜𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐢, 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐚 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨, 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐜𝐥𝐢𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐚; 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐀𝐬𝐥 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐢𝐨𝐞’ 𝐬𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐞 𝐮𝐧 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐞 𝐛𝐞𝐧𝐞𝐟𝐢𝐜𝐢, 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐎𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐨𝐟𝐟𝐫𝐢𝐯𝐚, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐨𝐟𝐟𝐫𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐨𝐠𝐠𝐢, 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞, 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢 𝐝𝐚 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐫𝐞.
Leggendo il protocollo, la delibera e il disciplinare operativo clinico-assistenziale, non si comprendono diverse cose.
𝗜𝗻𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗶 𝘀𝗶 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲 𝗰𝗵𝗶 𝗽𝗮𝗴𝗵𝗲𝗿𝗮’ 𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗹𝗶𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗽𝗿𝗶𝘃𝗮𝘁𝗮?
Sicuramente con soldi pubblici ma, poiché non espresso in modo chiaro, saranno “a carico della direzione Medica della DEA I”? Dunque ricadranno sul bilancio della Asl di Latina? O ricadranno sulle voci in bilancio destinate al Dono Svizzero?
Sarebbe inoltre “trasparente e utile” sapere quanto “costa” la sala operatoria affittata e la prestazione privata offerta.
𝐋𝐚 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐝𝐚 𝐩𝐢𝐮’ 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐞’: 𝐬𝐞 𝐢𝐥 𝐃𝐨𝐧𝐨 𝐒𝐯𝐢𝐳𝐳𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐅𝐨𝐫𝐦𝐢𝐚 𝐞’ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐨𝐬𝐩𝐞𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐍𝐎-𝐂𝐎𝐕𝐈𝐃 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞’ 𝐬𝐢 𝐞’ 𝐚𝐯𝐮𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐧𝐞𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭𝐚’ 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐩𝐞𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐯𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐞𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐫𝐮𝐫𝐠𝐢𝐜𝐢 𝐧𝐨 𝐂𝐨𝐯𝐢𝐝-𝟏𝟗?
Queste sono solo alcune delle domande che sono rivolte innanzitutto alla dottoressa Silvia Cavalli, Direttrice Generale della Asl di Latina.
Poi è chiaro che sorgono diversi dubbi. Ad esempio, perché la Asl invece di utilizzare le sale operatorie di altre strutture ospedaliere pubbliche, come quelle dell’ospedale di Fondi, peraltro non utilizzate, si affida a strutture private. Oppure meglio ancora, perché la Asl non investe sulle sale operatorie del Dono Svizzero, potenziando sia i supporti strumentali che il personale medico ed infermieristico.
In fine, si ci chiede se i rimborsi previsti dal Sistema Sanitario Nazionale, quelli legati ai DRG (Diagnosis Related Group) ossia ai codici per ogni intervento effettuato, andranno all’ospedale pubblico o alla clinica privata? Insomma possibile che questa Asl non trovi pochi soldi per cambiare le lampade scialitiche delle sale operatorie del Dono Svizzero, e si operi con vecchie luci, ma continui a promuovere tali protocolli e incanalare soldi pubblici verso strutture private, tutte con la scusa della pandemia, del covid, dei contagi.
𝙎𝙤𝙣𝙤 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖𝙩𝙞 𝙙𝙪𝙚 𝙖𝙣𝙣𝙞, 𝙣𝙚𝙡 𝙛𝙧𝙖𝙩𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙚’ 𝙘𝙖𝙢𝙗𝙞𝙖𝙩𝙖 𝙡𝙖 𝙙𝙞𝙧𝙚𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝘼𝙨𝙡, 𝙣𝙚𝙡 𝙛𝙧𝙖𝙩𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙫𝙚𝙣𝙪𝙩𝙚 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞 𝙡𝙚 𝙞𝙣𝙘𝙝𝙞𝙚𝙨𝙩𝙚 𝙨𝙪 “𝙘𝙤𝙣𝙘𝙤𝙧𝙨𝙤𝙥𝙤𝙡𝙞”, 𝙣𝙚𝙡 𝙛𝙧𝙖𝙩𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙖𝙗𝙗𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙙𝙤𝙘𝙪𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙙𝙖𝙩𝙞 𝙚 𝙛𝙤𝙩𝙤 𝙡𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙚𝙡 𝘿𝙤𝙣𝙤 𝙎𝙫𝙞𝙯𝙯𝙚𝙧𝙤 (il centro trasfusionale depotenziato, i percorsi promiscui tra covid e non covid al pronto soccorso, le carenze strutturali e di personale) 𝙢𝙖 𝙡𝙚 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙙𝙚 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙚𝙨𝙖𝙩𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝙙𝙪𝙚 𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙛𝙖…
…E intanto il nostro ospedale resta a testa alta, salva vite e resta a testa alta.
Consigliera Comunale di FormiaPaola Villa
𝐈𝐋 𝐍𝐎𝐒𝐓𝐑𝐎 𝐎𝐒𝐏𝐄𝐃𝐀𝐋𝐄 𝐑𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐀 𝐓𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐀𝐋𝐓𝐀, 𝐒𝐀𝐋𝐕𝐀 𝐕𝐈𝐓𝐄 𝐄 𝐑𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐀 𝐓𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐀𝐋𝐓𝐀..
